domenica, giugno 22, 2008

si ok parto.

Sembra facile a dirsi, "Parto".
Ma poi che succede?
In una mente come la mia, partire è come morire, lasciare strade e vite, perdersi qualcosa inevitabilmente.
Una visuale malinconica della mia esistenza poliedrica che trova sempre il modo per farsi del male.
Amicizie che sarebbero potute nascere, avrebbero potuto svoltare, persone appena conosciute che ti hanno incuriosito per anni e adesso che potresti conoscere te le lasci alle spalle.
Tutti continueranno a vivere senza di te, e tu vedrai altre vite, altri problemi, altri amici.
Eppure mentre parti conti sempre quello che stai perdendo, sempre.
Ma da quando l'uomo ha deciso di aprire il suo sguardo e allargare l'orizzonte così tanto?
Da quando ci siamo condannati a conoscere la vastità del mondo?
Forse sarebbe stato meglio vivere nel proprio recinto, indifferenti alle altrui realtà, senza la disperazione di essere una goccia nel mare e la paura schiacciante che nessun altra goccia ti abbia amato e ricordato.
Le persone vanno e vengono nella tua vita, ma ognuna lascia qualcosa e ruba altrettanto, vorrei seguirvi passo per passo, sapere come ve la passate, esservi accanto.
Eppure anche questo è passeggero, perchè quando smetti di mirare il quadro di una vita altrui ti concentri a dipingere il tuo, è un lavoraccio farlo diventare brillante come quello degli altri.
Ti chiedi se quando rivedrai le persone saranno sempre come te le ricordavi, abbiamo 25anni e ancora le cicatrici della vita non hanno solcato i nostri volti, ma prima o poi accadrà e forse ti troverai davanti uno sconosciuto, una persona che hai amato con tutto te stesso diventerà di colpo estranea al tuo quadro e non saprai più dove collocarla.
Finito.
Tutto finisce vero? Sarà anche il suo bello, perchè fondamentalmente nulla si ripete e le emozioni non sono mai uguali, ma è proprio quello che mi uccide e mi illumina nel contempo, un attimo e finisce.
Tornato dal mio viaggio in solitaria qualche hanno fa, avrei baciato ogni singola pietra della mia città, il giorno stesso che tornai (un viaggio di poco più di un mese da solo in europa) abbracciai la lattaia, stetti a parlare col tabaccaio per qualche ora, e sorridevo a tutte le persone che conoscevo di vista. Sottovalutiamo quanto sia ricco il nostro piccolo recinto, quanti aneddoti e quante storie racconta il nostro piccolo quadro, riusciamo a vedervi bellezza soltanto dopo aver scoperto nuovi colori.
Io vado in cerca di colori adesso e se torno so che tutto sarà più bello, anche voi.

2 Comments:

At 3:19 PM, Blogger Iaia Nie said...

Già...sai che ti capisco? Adoro viaggiare, mi piacerebbe andare a lavorare all'estero...eppure sono sempre qui. Amo tutto quello che ho...come fare a lsciarlo?

Buon viaggio...torna con una valigia di cose belle da raccontare!

 
At 3:11 PM, Anonymous Anonimo said...

più bello di così, la vedo dura... ma ci proverò, non ti preoccupare...

ma, quel qualcosa che rimane in mezzo a noi, spesso, è immune alle bizze spazio-temporali.

a presto

p.s. sulla nostalgia di ciò che poteva essere e non è mai accaduto, vedi "A una passante" di quel poeta che nacque il mio stesso giorno di nascita qualche anno prima

 

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