giovedì, luglio 20, 2006

Caffè

Sorseggiava il suo amaro caffé, gli occhi lo cercavano, era in ritardo come sempre.
Lui correva, come al solito cercava di fare troppe cose assieme, o a volte troppo poche.

Era in ritardo come sempre.
La conosceva da tempo, erano passati anni dalla prima volta che l’aveva vista, e non era mai riuscito a capirla, a inquadrarla, lei lo aveva sempre affascinato, e al tempo stesso respinto, a lui piaceva avere le cose sotto controllo, e non essere controllato.
La rivide dopo molti anni, era la stessa, una donna con molte sfumature, una donna che non si apriva, una donna diversa.
Era sempre in un limbo con lei, ne attratto ne respinto, la voleva ma non voleva prenderla, la desiderava ma non la chiamava, pensava a lei, ma non si struggeva, aveva trovato uno strano equilibrio senza senso nel suo cuore.
Arrivò al banco, alle spalle di lei, inspirò profondamente prima di chiamarla, in modo da riempirsi del suo odore, un odore dolce e pungente.
Lei cercò la sua mano, e la strinse.
Prese anche lui da bere, senza dire nulla, guardando soltanto.
Lui guardava, i suoi occhi cercavano sempre di entrare nella gente, erano invadenti e aggressivi.
Lei non guardava, anzi sfuggiva lo sguardo invadente di lui, ma stringeva la sua mano.
Uscirono fuori, a braccetto attraversarono la città, senza dire nulla ma parlando molto, la città era stupenda abituata ad ospiti inconsueti, guardava la coppia e anche lei si chiedeva chi fossero.
Le loro teste piene di cose, di sogni, di mostri, paure, debolezze, un vortice che si poteva vedere solo standogli dentro…da fuori quattro occhi caldi, occhi che vivono e hanno vissuto, che vedono e hanno guardato….
Attraversarono la città fino ad arrivare alla bottiglia, si guardarono sorrisero, e entrarono……
Il viaggio anche stavolta fu intenso, dentro la bottiglia viaggiarono attraverso il tempo, lo spazio la fantasia, sbattevano contro il vetro ma si tenevano stretti per non perdere la strada, era bello viaggiare assieme.

4 Comments:

At 12:45 PM, Anonymous Anonimo said...

Le due anime volarono nell'aria, oltre ogni confine, senza più catene.
Due corpi aggrovigliati nella passione che brucia ogni respiro.
Tu dentro di me, offuscavi la mia ragione, ero tua solamente tua e potevo esserlo per sempre....
Ma tutti e due cercavamo la stessa cosa...e nessuno di noi due era in grado di darla.

Poi...le nostre strade si sono divise, il cuore in frantumi, ferite aperte che bruciavano ancor di più con le nostre lacrime salate...

Forse non percoreremo mai più lo stesso sentiero, ma nessuno potrà mai cancellare quello che è stato.

Siamo stati un' unica anima in volo e lo saremo sempre nei nostri ricordi.

Il più dolce dei baci, per quegli occhi che non riuscirò mai più a dimenticare.

 
At 2:14 PM, Anonymous Anonimo said...

a lui piaceva avere le cose sotto controllo, e non essere controllato.

Così sono io...

 
At 6:54 PM, Anonymous Anonimo said...

Il soggetto, caro Kele, sarei io!Nel senso che quella frase che ho riportato rispecchia bene quello che sono, anzi quello che ero. Ora sto cercando con grandi difficoltà di perdere ogni tanto il controllo.E non è per nulla facile!

 
At 7:54 PM, Anonymous Anonimo said...

avevo risposto ma non mi ha preso il messaggio.

Il soggetto sono io.Nel senso che la frase che ho riportata mi rispecchia in pieno:io che amo tenere tutto sotto controllo.Anzi forse mi rispecchiava,sto pian piano cercando di perdere il controllo qualche volta,di far sì che le emozioni prendano il sopravvento. Ma ti giuro che non è proprio facile.

 

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